giovedì 11 ottobre 2012

Testaccio: un laboratorio per Roma

La necessità di attivare un laboratorio cittadino di Sostenibilità per il rione di Testaccio nasce dalla consapevolezza che nel prossimo futuro si dovrà operare un cambiamento radicale nell’impianto, nel funzionamento e nella gestione delle nostre città perché queste sono state pensate e costruite su un modello di sviluppo basato essenzialmente su un basso costo dell’energia sostenuto dalla tecnologia del carbonio (e suoi derivati: petrolio, gas liquido, metano, etc.) oggi non più sostenibile.

Questo approccio ha infatti determinato nel tempo conseguenze drammatiche sia sull’ambiente che sul benessere sociale tanto da spingere molti Governi ed Istituzioni sovrannazionali ad affrontarne le criticità sostenendo l’innovazione nella produzione di energia da fonti rinnovabili e la creazione di un ambiente urbano sostenibile essendo imputabile proprio alle città l’utilizzo di circa il 75% di tutta l’energia prodotta al mondo.

Problematiche complesse con soluzioni non sempre evidenti che rappresentano la vera sfida del prossimo futuro per le politiche nazionali e urbane soprattutto in virtù del fatto che un reale cambiamento di paradigma non dipenderà tanto dalle possibilità tecnologiche quanto da un reale convincimento e coinvolgimento di tutta la società civile verso nuove aspettative e comportamenti più sostenibili.

Per un radicale cambiamento delle nostre città, le innovazioni andranno però sperimentate e certificate nei risultati all’interno di un territorio limitato prima della loro estensione all’intera area metropolitana. Il rione Testaccio proprio per le sue caratteristiche morfologiche e socio-economiche rappresenta oggi l’occasione di una prima vera “agopuntura” all’interno del Tessuto consolidato della città di Roma.

Si dovrà pensare un nuovo modello di città (ma anche ad un nuovo modello di cittadino) e operare accorciando la distanza fra produzione e consumo di beni al limite dell’autoconsumo valorizzando le componenti locali ed avvicinando i meccanismi di feedback (ritorno diretto dei benefici a chi adotta comportamenti virtuosi in termini di sostenibilità). Tendendo il più possibile all’integrazione di produzione di beni e servizi affinché si produca sempre un valore positivo per la collettività locale e mantenendo una visione olistica del progetto così da apportare benefici per tutti in quantità (e, non meno importante, in qualità) superiori a quelli che si avrebbero da interventi singoli non inseriti in un insieme programmatorio organico. Si parte dall’assunto che per il cittadino, così come per la collettività, abbia un maggior valore il saldo complessivo dei benefici ottenuti da una politica e da un complesso organico di interventi che renda possibili e profittevoli comportamenti quotidiani ‘virtuosi’ che coinvolgano il più possibile l’intero corpo sociale.

Non si ritiene invece utile proseguire in politiche di cosiddetta (in quanto non totale) sostenibilità basate su interventi singoli, che richiedono un comportamento del cittadino solo ‘dovuto’ e non ‘voluto’, in quanto non rendono visibile immediatamente il beneficio ottenuto attraverso un comportamento positivo. Il risultato di tali politiche è spesso la percezione del richiesto (dovuto) comportamento positivo come una ‘scocciatura’.

Il cittadino deve sentirsi chiamato e coinvolto nella costruzione concreta di un contesto urbano globalmente sostenibile, che premi con risultati ‘a valore aggiunto’ (il valore dato dalla globalità degli interventi e dalla ‘prossimità’ dei benefici) i suoi comportamenti virtuosi e quelli altrui. La visibilità dei benefici al traguardo è condizione indispensabile per minimizzare i comportamenti trasgressivi (devianti).

Si dovrà intervenire su molti aspetti del funzionamento della città cercando di ottimizzare di volta in volta le peculiarità dei territori e disegnando sempre un assetto il più possibilmente bilanciato delle necessità locali, cercando di mettere a rete i temi della produzione, risparmio, territorio, mobilità, digitalizzazione, cultura, qualità del lavoro, occupazione, finanza, coinvolgendo tutti gli stakeholders di una comunità urbana (Politica, Industriale, Economica, Cittadina, ecc. ).

La produzione di energia pulita potrebbe procedere attraverso la realizzazione di impianti di piccole taglie adeguate alle utenze diffuse sul territorio per la produzione e distribuzione sia di energia elettrica che termica da fonti rinnovabili. L’efficienza di queste soluzioni aumenta tanto più sono prossimi i dispositivi di produzione e di consumo e necessitano comunque ancora di unità di mq utilizzati per KWh prodotto molto maggiori rispetto alle vecchie tecnologie del carbonio. Per questo la presenza di vaste aree “libere”, caratterizzate anche da una forte componente “naturale”, rapportate alla relativa bassa edificazione fa di Testaccio un territorio privilegiato per il passaggio alle nuove tipologie di produzione di energia.

Il risparmio potrebbe essere ottenuto attraverso un’accurata campagna di Audit energetici volti all’individuazione delle criticità presenti nel territorio e all’individuazione delle soluzioni tecnologiche più adatte ai profili di consumo e al suo contenimento negli edifici, attraverso il recupero anche di quanto oggi non utilizzato come apporti naturali e scarti. Contestualmente si procederebbe alla riqualificazione edile e messa in sicurezza per gli immobili con un conseguente aumento del valore commerciale delle proprietà.

L’attenzione al territorio dovrebbe condurre alla realizzazione di interventi atti ad incrementare e migliorare sostanzialmente il capitale naturale e la bio-diversità dell’area introducendo il concetto di rendita ambientale contrapposta a quella fondiaria favorendo il riavvicinamento dei residenti all’ambiente naturale e conseguentemente aumentandone la qualità della vita oltre ad attrarre un “turismo” consapevole. Il nuovo paradigma valorizza economicamente l’ambiente naturale derivandone materie prime per la produzione anche di energia verde e ottimizzando il ciclo dei rifiuti a favore dei dispositivi di produzione.

Una mobilità più sostenibile significa la diminuzione dei gas serra e della congestione da traffico urbano attraverso il contenimento e graduale abbandono delle mobilità privata tanto più se basata su derivati del petrolio e favorire la mobilità elettrica auspicabilmente pubblica e in modalità sharing. L’istallazione di colonnine di ricarica elettriche diviene prerequisito alla diffusione di queste “nuove” modalità. Attenzione alla mobilità significa anche normare gli accessi al territorio, aumentando la percentuale di aree a regime pedonale, introducendo le zone 30 (kmh) e strutturarle a prevalenza pedonale nonché un forte ricorso alla bicicletta.

Le nuove città dovranno inoltre essere fortemente connesse attraverso un forte impulso alla digitalizzazione, con riguardo tanto alle persone che alle pubbliche amministrazioni che alle realtà produttive. Questo permetterà di generare un flusso di informazioni il cui accesso, attraverso nuovi servizi capaci di aumentare l’integrazione locale da parte della cittadinanza dovrà essere pensato per ottimizzare le risorse e ridurre gli sprechi.

Tutte queste piattaforme tecnologiche certamente potranno migliorare l’attuale situazione, ma per un successo vero del cambiamento sarà necessario recuperare ed includere l’uomo con la sua cultura ed il suo comportamento. Si dovrà anche trasmettere una vera Cultura del Cambiamento Sostenibile. Le Scuole, le Università oltre a preparare nuove figure professionali che spazieranno dagli ingegneri agli economisti, dagli architetti agli avvocati, dai tecnici specialisti ai geometri, dovranno promuoverla e diffonderla sin dai primi anni del percorso scolastico. Si dovranno creare “percorsi ed iniziative didattiche” per far conoscere e comprendere la Sostenibilità. Anche i Musei presenti nel territorio di Testaccio potrebbero essere inclusi in questa rete di trasmissione culturale orientando l’informazione, all’adesione e al sostegno del cambiamento.

Da un tale cambiamento si potrebbero creare nuove realtà occupazionali. Tanto per la necessità di realizzare le singole componenti del progetto, che per la manutenzione e l’esercizio delle infrastrutture realizzate. Nuove imprese “verdi” che svilupperebbero ed impiegherebbero nuove figure professionali. Le Aziende che parteciperebbero al progetto, attraverso una nuova politica di Sostenibilità Aziendale potrebbero sviluppare il proprio business con nuovi servizi orientati a Clienti più “sostenibili”.

Affinché un progetto di cambiamento possa però davvero essere credibile, questo dovrà inderogabilmente reggersi su una solida base economica essendo economicamente sostenibile. E’ quindi importante anche la conoscenza e le valutazione delle possibilità derivanti degli aspetti finanziari: dei sostegni rilasciati dall’Europa, da Fondi tematici, nonché dalle defiscalizzazioni previste dallo Stato.

Nessun commento:

Posta un commento