sabato 19 aprile 2014

Piattaforma Testaccio presenta "Alveare Civico" al FORUM PA


 
Piattaforma Testaccio partecipa con il progetto “Alveare Civico” all’iniziativa "Prendiamo impegni troviamo soluzioni" - Call for solution di FORUM PA nell’area Open Government: Come favorire la partecipazione dei cittadini e la cittadinanza attiva.
Il progetto nasce dal modello contenuto nel saggio “Crowdfunding civico. Una proposta” redatto da Alessio Barollo, in collaborazione con Daniela Castrataro, in qualità rispettivamente di membro del Consiglio Direttivo e Presidente della Italian Crowdfunding Network.
Il I Municipio del Comune di Roma ha manifestato formale interesse per l’iniziativa e partecipa direttamente alla proposta con un suo rappresentante, il delegato Simone Efrati, offrendo così l’opportunità di verificare gli strumenti che la Pubblica Amministrazione intende mettere in campo per facilitare il processo di partecipazione.
L’aspetto tecnico e di comunicazione del progetto della Piattaforma verrà curato dalla Web factory “Communicanda”, che partecipa al progetto con Alessio Baccarini e collaborerà alla fase di implementazione con il suo personale specializzato.

Il progetto Alveare Civico - Piattaforma di Cittadinanza Attiva verrà sperimentato inizialmente con iniziative che riguardano l’area del centro storico di Roma e in particolare il territorio del I Municipio del Comune. Infatti il territorio di Testaccio vedrà nascere le prime proposte di intervento partecipativo per migliorare l’ambiente urbano sulla base delle indicazioni fornite dai suoi stessi residenti.
I progetti considerati inizialmente saranno relativi all’ambito comunale o di quartiere, ma la struttura modulare e flessibile della Piattaforma ne rende possibile l’applicazione su tutto il territorio nazionale, realizzando una configurazione scalabile. Infatti in questo modo potranno essere proposti progetti di dimensioni variabili che coinvolgano comunità sempre più numerose.
La crescita del sistema come aggregazione di iniziative territoriali locali è stata considerata la più appropriata in quanto mantiene integro il concetto di comunità di riferimento, che costituisce la vera forza del metodo. Quindi l’idea finale è di proporre l’utilizzo della Piattaforma a livello nazionale, ma suddivisa in sottolivelli: regioni, province e comuni.
La Piattaforma potrebbe quindi avere un risvolto applicativo su larga scala, contribuendo ad un processo globale di raccolta e condivisione di idee, con conseguente impulso al dibattito pubblico su scelte di rilevanza per i cittadini. Ne trarrebbero vantaggio le comunità coinvolte che risulterebbero più informate sulle scelte della Pubblica Amministrazione e sollecitate nella formazione di gruppi di progettazione partecipata.
L’auspicio per la Piattaforma è quindi di realizzare l’infrastruttura per un network di condivisione vasto, che realizzi una rete connettiva di città, province e regioni basata sulla condivisione.

La distanza che attualmente esiste tra i cittadini e gli amministratori locali rende sempre più difficile la realizzazione di progetti condivisi che rispondano alle esigenze reali delle comunità. Alle tradizionali diffidenze nei confronti della Pubblica Amministrazione si aggiungono in questo periodo le difficoltà economiche soprattutto dei comuni che spesso non sono in grado di rispondere in modo efficace alle più urgenti necessità di ordinaria manutenzione. Per queste ragioni tende sempre più ad accrescersi il divario tra i cittadini e le istituzioni mentre diminuisce il rispetto e l’interesse per tutto quello che è bene comune.
Alveare Civico consente di contrastare questa tendenza fornendo una palestra di discussione in cui è possibile integrare le decisioni degli amministratori con le indicazioni offerte da tutti i portatori di interesse, aumentare la partecipazione all’interno delle comunità locali e rendere riconoscibile la creatività delle comunità stesse.

La realizzazione della Piattaforma consente alla Pubblica Amministrazione di coinvolgere direttamente la cittadinanza, di attivare processi di gestione del territorio con modalità chiare e trasparenti sia nella formazione del consenso che nella gestione delle risorse economiche.
Fornisce inoltre alle associazioni dei cittadini la possibilità di intervenire in modo costruttivo nel processo di partecipazione e realizzazione di progetti finalizzati a migliorare le condizioni di vita della comunità a vantaggio del bene comune.
In questo modo si stimolano processi di innovazione sociale, soprattutto attraverso il coinvolgimento e l’interazione di quattro forze guida: idee, istituzioni, popolazione e capitale umano (espresso da istruzione e ricerca). Il civic crowdfunding ha la possibilità di far interagire queste quattro componenti verso obiettivi comuni, abbassando le barriere di entrata e aggiungendo due elementi fondamentali, frutto del web 2.0: le relazioni di fiducia e la trasparenza.

Il progetto Alveare Civico consente di mettere in pratica, ora e con gli strumenti che abbiamo disponibili, queste potenzialità.
E’ un’opportunità per partecipare direttamente al miglioramento della società in cui viviamo, senza delegare e allontanarci da ciò che abbiamo più a cuore: la nostra comunità più immediata e vicina. Mai come ora è necessario provarci.
Con la realizzazione di questa Piattaforma ci proponiamo di fornire uno strumento di partecipazione attiva ai cittadini che intendono contribuire fattivamente allo sviluppo del loro territorio.
L’utilizzo di un sistema di crowdfunding civico sviluppato in collaborazione con le amministrazioni locali consente infatti di dar vita a un processo virtuoso con effetti benefici sia sulle scarse risorse finanziarie dei Comuni che sulla diffusa diffidenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
I meccanismi che la Piattaforma consente per la scelta degli interventi, la raccolta dei fondi e la trasparenza delle spese favoriscono modelli di innovazione partecipata e maggiore rispetto per i beni comuni.

Alveare Civico - Piattaforma di Cittadinanza Attiva integra un sistema di crowdsourcing, di crowdvalidation e di crowdfunding.
In questo modo la Piattaforma diventa uno strumento importante per lo sviluppo sociale ed economico della comunità.
Consente infatti di integrare le decisioni degli amministratori con le indicazioni offerte da tutti i portatori di interesse, di aumentare la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni all’interno delle comunità locali e di rendere riconoscibile la creatività delle comunità stesse.
Consente inoltre alla Pubblica Amministrazione di instaurare un dialogo diretto con la cittadinanza, di informarla su scelte comuni in modo chiaro e trasparente raggiungendo una quantità estesa della popolazione grazie all’uso di internet e dei social network.
Permette poi alle associazioni locali di avere uno spazio dove farsi conoscere, dove poter crescere interagendo con i cittadini e dove poter proporre e cercare collaborazioni per portare a termine progetti legati allo sviluppo comune in chiave sostenibile.
I cittadini infine possono utilizzare la piattaforma per interagire con gli amministratori locali, lanciare proposte per sviluppare progetti condivisi o trovare gruppi di interesse che perseguano gli stessi obiettivi.

Il funzionamento della Piattaforma proposta è il seguente:
  • I cittadini o le associazioni sottomettono le proposte di progetti da effettuare nella propria comunità. Gli amministratori stessi possono sottomettere progetti: in questo caso la Piattaforma servirebbe a finanziare il progetto e a capire le priorità dei cittadini al riguardo, rendendo così partecipe la cittadinanza e mettendo in atto una forma di cittadinanza partecipativa.
  • I progetti vengono controllati dalle amministrazioni per una valutazione di pura fattibilità. Questo passaggio è molto importante in quanto c’è il rischio che, lasciando totale libertà di scelta ai cittadini, vengano proposti e approvati progetti non immediatamente necessari o che vanno contro elementi naturali, storici, artistici presenti nella città. Deve necessariamente esistere una struttura scientifico-culturale che verifichi le proposte fatte da cittadini e associazioni, struttura che dialogherà in modo attivo con le parti coinvolte secondo i principi che stanno alla base dei metodi di partecipazione.
  • Dopo questa prima scrematura si passa alla fase in cui i metodi on-line si integrano con quelli off-line. I progetti vengono pubblicati sulla Piattaforma dove permangono per un periodo di tempo determinato per essere votati dai cittadini. Allo stesso tempo le associazioni e i gruppi radicati nel territorio contribuiscono a fare informazione fra la popolazione con i metodi classici di partecipazione.
  • I progetti con più voti passano allo stadio di finanziamento: si entra nella fase di crowdfunding.
  • Se i progetti raggiungono il target di finanziamento prefissato vengono avviati dall’amministrazione.
Spesso progetti di questo genere hanno dimensioni sia fisiche sia economiche significative. Per questo motivo potrebbe essere utile adottare una suddivisione del progetto per step, nel senso che la realizzazione avviene in tre o quattro fasi. Questo, oltre a diluire la portata del finanziamento, ha anche un aspetto sociale rilevante: i cittadini che in un primo momento non hanno partecipato attivamente alla campagna potrebbero essere coinvolti nelle fasi successive. Un primo step efficace e magari di valore non troppo alto può dimostrare che il metodo si presenta chiaro e trasparente, che i soldi versati hanno una corrispondenza con l’idea di progetto presentata e costruita e che alcune delle possibili ricompense vengono effettivamente consegnate. Tutto ciò dovrebbe creare un effetto generativo per la continuazione del progetto dato dalla corrispondenza idea-progetto-risultato.
Il modello di crowdfunding reward-based è quello che risponde in maniera più adeguata alle dinamiche del civic crowdfunding. La costruzione di un’opera pubblica consentirebbe infatti di mettere a disposizione una buona varietà di ricompense connesse al servizio o alla struttura stessa, come per esempio ottenere abbonamenti annuali a musei o teatri. In questo modo si potrebbe superare l’iniziale scetticismo e incomprensione dell’etica del crowdfunding: l’individuo dona un’offerta non per un ritorno meramente individuale bensì per un ritorno che deve condividere con gli altri: il benessere collettivo. Tuttavia prevedere ricompense che vanno a beneficiare individualmente il donatore potrebbe aiutare in un momento di transizione come quello in cui viviamo.

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